martedì 8 dicembre 2015

Il ceppo di Natale

Il bellissimo tema di un bambino di Cappadocia, che descrive l'atmosfera del Natale nel lontano 1931, quando nel corso della solenne festività rientravano in paese anche coloro che erano costretti a trascorrere lunghi periodi lontano dalla famiglia:

"Non ho provato più mai una grande gioia come la provai l’anno scorso. Erano già trascorsi tre anni che mio padre si era allontanato dalla sua famiglia per andare a lavorare in altri paesi affinché mantenesse onestamente i suoi figliuoli. Quindi avvicinandosi la grande, solennità del S. Natale, colse l’occasione di ritornare verso il sospirato tetto. Noi tutti di famiglia aspettavamo con ansia il desiato giorno in cui doveva ritornare il nostro genitore. Finalmente venne il giorno tanto bramato, e ritornò il nostro padre. Oh! come mi palpitò il cuore per l’allegria quando lo vidi! Lui piangeva per tenerezza e io ridevo per gioia – Quindi la nostra madre preparata nel giorno della vigilia di natale una grande cena, tutti quanti noi ci sedemmo a tavola, riccamente apparecchiata. Finito di mangiare e passati i dolci natalizi, ci sedemmo attorno al focolare che mandava un caldo eccessivo. Ma essendosi quasi consumato, mia madre uscì fuori per prendere un gran ceppo e fare il fuoco. Fattosi un gran fuoco, io e le mie sorelle ci mettemmo attorno a nostro padre affinché ci raccontasse qualche fatto o qualche novella. Allora vinto dalle nostre preghiere incominciò a raccontare delle avventure che erano avvenute proprio a lui la in quei paesi di barbari e rozzi e delle favolette piacevoli e ridicole. Oh! come era contento vedendo tutti i suoi figliuoli stretti intorno a sé! Oh! come sopportava a malapena il pianto! Ed esclamava! Ah! che gioia proverebbe se potesse vivere sempre nella mia casa insieme colla mia famiglia! Essendo già trascorso molto tempo in divertimento e in risi, lasciammo i giuochi e andammo a riposare". 

Cappadocia 26-1-1931 

Francesco Lilli. 









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