venerdì 24 luglio 2015

Sante di Castellafiume

Ricordo che lui diceva di essere del '900, non so quando è morto, ma credo che fino a metà anni sessanta fosse ancora in vita. Era di Castellafiume e, a turno, passava per tutti i paesi intorno chiedendo l'elemosina. Intellettivamente era un bambino ingenuo, semplice e buono e la gente gli dava volentieri qualcosa. Credo che dal cielo ci avrà perdonato per quei piccoli scherzi che gli facevamo da bambini. "Santo, cantame 'na canzonetta" e lui "I Piave mmommorò nnennennenné a passaggiò tipintipintipiquattro maggio, nzunzù!... n ne saccio più".
Bussava, qualche volta, ma il più delle volte entrava senza bussare che le case allora erano tutte con le porte aperte. "Ciao Santo, te tè fame? Vo magnà? ve ecco, rescallate". Quando andava via ringraziava augurando: "Cento pe uno!".
La sua enorme aspirazione era quella di fare il soldato; se gli si chiedeva di marciare, lui cominciava a battere i piedi dicendo "Oh pih oh pih oh pi...".
Fumava volentieri una sigaretta, se gliela si offriva; non la respirava, facendo un sacco di smorfie con la bocca.
Era il più povero dei poveri, il più innocente degli uomini: Addio Santuccio!

Gerardo Rosci 



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