venerdì 29 aprile 2016

L'orso marsicano torna a frequentare i nostri monti

Di Alessandro Fiorillo

Ha suscitato sorpresa e meraviglia l'avvistamento, alcuni giorni fa, di un giovane esemplare di Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) a Capistrello (AQ). L'orso è stato anche filmato con un cellulare ed il video è finito in rete sui social network e in numerose testate online, condiviso da tantissimi utenti della rete.
In realtà l'orso è una presenza costante sui nostri monti, fin dalle epoche più remote, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di resti di Ursus spelaeus all'interno di Grotta Cola e della Grotta di Beatrice Cenci. L'orso delle caverne, come ho scritto in un recente articolo pubblicato in occasione dell'identificazione di alcuni suoi resti rinvenuti dentro Grotta Cola, si estinse nel corso dell'ultima glaciazione del Pleistocene, tra i 24000 e i 10000 anni fa, sostituito dall'orso bruno europeo (Ursus arctos).  
Territorio dove vive l'Orso bruno marsicano
Ma proprio nel nostro territorio, nella subregione abruzzese della Marsica, si è evoluta una sottospecie, l'Ursus arctos marsicanus, che fino a qualche secolo fa era diffusa in buona parte dell'Appennino centro-meridionale, dalla Calabria alle Marche. Purtroppo ad oggi restano soltanto poche decine di esemplari (le ultime stime parlano di un numero di esemplari compreso tra 30 e 50) di questo splendido orso, fortemente minacciato di estinzione. L'Orso bruno marsicano ha dimensioni più piccole rispetto all'Orso bruno europeo, ha un'indole molto tranquilla, e preferisce muoversi soprattutto di notte. E' onnivoro, si ciba soprattutto di vegetali ma anche di piccoli animali, sia vertebrati che invertebrati.
La presenza dell'orso marsicano sulle nostre montagne è tutt'altro che una novità. Già nel 2013 un giovane esemplare era stato avvistato in più di un occasione sui Monti Ernici e sui Simbruini. Purtroppo quell'orso morì poi investito nei pressi dell'autostrada all'altezza di Tornimparte (i maschi di orso bruno marsicano compiono frequenti spostamenti, a volte anche di centinaia di chilometri. Le femmine invece tendono a restare nel luogo dove nascono). Ma testimonianze della presenza dell'orso ricorrono in diverse fonti, o riemergono dalla memoria di chi un tempo frequentava stabilmente queste montagne. Ad esempio nella Relazione Sipari (1), pubblicata nel 1926 da Erminio Sipari, è citato letteralmente: "A Cappadocia (prov. de L'Aquila) è ancora vivo un carbonaio il quale aveva abituato per lunghi anni un grosso orso, che viveva come lui in quei folti boschi, ad accorrere al suo richiamo, e che spesso era compensato da un pò di cibo". 
Altri riferimenti all'orso presente sulle nostre montagne, emergono dalle memorie di cittadini locali od originari del posto, come quella riportata nel gruppo facebook "Capistrello il mio paesello", dove leggiamo che "Il signor Natalino Cannucciari, l’ultimo dei sette figli di Giuseppe che abita ad Anzio, mi ha riferito che suo padre negli anni ’20, mentre faceva il carbone sulla Renga, aveva avuto modo di vedere l’orso".
L'orso marsicano era quindi, fino a qualche decennio fa, una presenza nota e documentata sulle nostre montagne, del resto ci troviamo nella Marsica occidentale, nel pieno dell'areale dove tempo si costituì il nucleo originario da cui poi le popolazioni di orso bruno marsicano riuscirono ad irradiarsi fino alla Calabria a sud, e alle Marche a nord. Il ritorno dell'orso è importante non soltanto per la sua sopravvivenza (la minaccia di estinzione, per questo splendido plantigrado, è tutt'altro che scongiurata, e l'espansione del suo areale può contribuire a ridurre il rischio della sua scomparsa), ma rappresenta un motivo di orgoglio per le popolazioni locali, le quali possono annoverare nella già ricca fauna selvatica del proprio territorio anche questo splendido animale, un “antico” figlio di queste terre, quello che più di tutti le rappresenta, nel cui nome scientifico Ursus arctos marsicanus c’è il riferimento diretto ad esse.
Proprio per questo motivo è importante che tutti si impegnino per favorire la presenza dell'orso, per ridurre al minimo i motivi di conflitto, e per impedire che vengano a crearsi situazioni di potenziale pericolo per l'incolumità di queste creature, in particolare lungo le strade (purtroppo sono ancora troppi gli esemplari di orso, tra i quali i cuccioli, che muoiono investiti). Qualora dovesse capitare di incontrare un orso sulla propria strada, è bene seguire delle norme di comportamento che evitino il crearsi di situazioni di pericolo, sia per l'orso che per le persone (a tal proposito è bene sottolineare che bisogna evitare di avvicinarsi troppo, di inseguire gli orsi con le macchine inducendoli a fuggire via sulle strade mettendone quindi a rischio l'incolumità, è bene evitare di cercare di scattare foto o fare filmati ad ogni costo). Sempre in caso di avvistamenti è bene avvisare il Corpo Forestale dello Stato chiamando il 1515, così che gli agenti possano poi operare sul posto per azioni di controllo e monitoraggio. 
Concludo l'articolo lasciando anche alcuni link dove si possono trovare informazioni utili sull'orso bruno marsicano, una splendida creatura che abbiamo il dovere di proteggere, anche perché rappresenta l'occasione per favorire lo sviluppo di un turismo ecologico e sostenibile:





NOTE:

1 - Si tratta della relazione scritta da Erminio Sipari, naturalista e politico italiano, artefice e primo presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo. Il titolo originale dell'opera è Relazione del Presidente del Direttorio provvisorio dell'Ente autonomo del Parco nazionale d'Abruzzo alla Commissione amministratrice dell'Ente stesso, nominata con Regio Decreto 25 marzo 1923.

Nessun commento:

Posta un commento