All’interno del convento delle Suore Trinitarie (accanto alla Chiesa di Santa
Margherita), sono conservate le spoglie di Santa Giustina Martire. Da oltre
due secoli numerosi sono i pellegrini che, soprattutto di ritorno dal
Santuario della SS Trinità, si fermano a Cappadocia per rendere omaggio alle
spoglie della santa. Queste sono custodite e venerate nel convento delle Suore
Trinitarie di Cappadocia dal 1825, giuntevi grazie alle sollecitazioni e
all’impegno di Madre Felice, la suora co-fondatrice del convento del paese.
In un luogo già caratterizzato da intensa religiosità, dalla presenza della
Casa dei Buoni fanciulli di Don Calabria (dove si svolgono i ritiri
spirituali, circondati dalla pace e dal suggestivo paesaggio delle montagne
cappadociane), dalle due chiese intitolate ai santi protettori del paese, San
Biagio e Santa Margherita, coloro che devotamente si affidano alle cure
spirituali del Signore, possono votarsi anche all’intercessione di questa
Santa Martire della Chiesa di Cristo.
Ricordate quindi, quando passate per Cappadocia, di fermarvi per venerare e
pregare accanto alle spoglie della Santa Martire Giustina. Dal piazzale
(Piazza Vittorio Veneto), salendo la graziosissima scalinata che raggiunge la
Chiesa di Santa Margherita, nei pressi troverete il convento delle Suore
Trinitarie, che cortesi e disponibili come sempre vi riceveranno e vi
mostreranno la cappella dove è conservato il corpo di Santa Giustina accanto
al quale potrete recitare le vostre preghiere e affidarvi alla sua
intercessione.
NOTIZIE SU SANTA GIUSTINA
MARTIRE
Non esistono documenti su Santa Giustina, martire romana, tuttavia, secondo la
tradizione, sappiamo che appartenne ad una nobile famiglia patrizia e visse al
tempo dell’imperatore Diocleziano, sotto il quale moltissimi cristiani furono
martirizzati. I genitori di Giustina erano pagani. Rimasta orfana di madre
all’età di pochi anni, fu affidata ad una nutrice, la quale, essendo
cristiana, fece conoscere alla bimba la sua religione. Conquistata dall’amore
di Cristo, la fanciulla si fece battezzare e viveva con tanto fervore la vita
cristiana, che il padre non tardò a scoprirla seguace di quella religione che
egli tanto aborriva; quindi, prima con paterna persuasione e poi con le
minacce, provò a costringere Giustina all’apostasia, ma dichiarandosi essa
pronta alla morte piuttosto che mancare di fedeltà al vero Dio e al suo sposo
Gesù, il padre, in un impeto d’ira, la trafisse al collo con un pugnale.
Giustina cadde morente ai piedi del proprio genitore, come un fiore stroncato
dalla falce; aveva dieci o dodici anni di età.
Gli schiavi della casa, forse cristiani, si presero cura della sepoltura del
suo corpo verginale e di raccogliere in un vasetto il suo sangue che insieme
al corpo della martire seppellirono nel cimitero di Santa Ciriaca al Campo
Verano. Non sappiamo quando il corpo di Santa Giustina fu estratto da quel
cimitero per essere esposto alla venerazione dei fedeli, dall’autentica della
reliquia risulta solo che esso fu donato alle Maestre Pie Trinitarie di
Cappadocia nel 1825, molto probabilmente, dietro richiesta della Madre Felice,
co- fondatrice dell’Istituto, affinché servisse di modello di vita cristiana
alle fanciulle affidate alla loro educazione.
Il volto, le mani e i piedi della Santa sono rivestiti di cera, ma il corpo è
completo di tutte le sue ossa.
AUTENTICA DELLA RELIQUIA
DI SANTA GIUSTINA V. E M. CHE SI VENERA NELLA CAPPELLA DELLE SUORE TRINITARIE
IN CAPPADOCIA – AQUILA
INTESTAZIONE DEL DOCUMENTO
D.PLACIDO DELL’ORDINE DI SAN BENEDETTO E DELLA
CONGREGAZIONE CAMALDOLESE
IL CARD. ZURLA PRESBITERO DI SANTA ROMANA CHIESA
DEL TITOLO DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME VICARIO GENERALE DEL PAPA E DELLA
CURIA ROMANA E GIUDICE ORDINARIO INCARICATO ECC.
TESTO DEL DOCUMENTO
Assicuriamo tutti e i singoli ispettori della
presente lettera e attestiamo che noi, per la maggior gloria dell’onnipotente
Dio e per la venerazione dei suoi Santi, abbiamo donato il sacro corpo di
Santa Giustina martire alle Maestre Pie della SS.ma Trinità di Cappadocia,
della Diocesi dei Marsi.
Per mandato del Papa (il corpo) fu estratto da noi
dal cimitero di Santa Ciriaca, nel Campo Verano, affinché fosse sposto nella
loro chiesa alla venerazione dei fedeli.
In vesti di seta, tessuta con arte frigia, e
rivestito nobilmente secondo la moda seguita dalle antiche donne romane,
abbiamo posto il corpo, insieme ad un vasetto tinto di sangue, in un’urna di
legno, dipinto di rosso e chiusa da tre lastre di vetro. Ben chiusa, legata
con una fascia di seta rossa e sigillata con i nostri sigilli, l’abbiamo
consegnata e affidata all.mo Sig. Ignazio Lilli di Cappadocia.
(segue la formula stampata perché comune a tutte
le autentiche)
e nel Signore, gli abbiamo dato la facoltà di
tenerla presso di sé, di donarla ad altri, di trasportarla fuori della città,
di esporla in qualunque chiesa, oratorio o cappella, alla pubblica venerazione
dei fedeli, tuttavia senza Ufficiatura o Messa (?) secondo le disposizioni del
Decreto della Sacra Congregazione dei Riti, pubblicato il giorno 11 Agosto
1691.
In fede, abbiamo firmato di nostra propria mano
questa lettera testimoniale e, chiusa col nostro sigillo, abbiamo ordinato,
per mezzo di una nota, che fosse spedita al Custode delle Sacre Reliquie.
Roma, dalla nostra sede, il 21 marzo 1825.
(Reg.: Tomo III – pag. 240)
…Costantino Vic epsf (?)
Damiano Orlandi Custode
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