Passeggiando lungo uno dei sentieri delle nostre montagne, ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare, nei giorni scorsi, due splendidi esemplari di Falco pecchiaiolo.
E' la prima volta che osservo qui questa specie, volavano molto bassi e uno dei due aveva predato un piccolo rettile (una lucertola o un ramarro), visibile negli artigli.
Il Falco pecchiaiolo è
un migratore, arriva dall'Africa sub-sahariana a maggio e tra non molto (fine agosto/inizio settembre) vi farà
ritorno.
E' probabile che abbiano nidificato proprio vicino al luogo dove li ho avvistati, il che è piuttosto importante, dal momento che è considerato un nidificante scarso in Italia (dove comunque non mancano i siti di riproduzione, lungo l'Appennino o sulle Alpi), alla quale preferisce i territori dell'Europa centrale, orientale e settentrionale.
I pecchiaioli sono
insettivori (sono ghiotti soprattutto di vespe) e integrano la dieta anche con qualche piccolo rettile, anfibio o mammifero. Per alimentare i piccoli spesso portano loro i nidi interi delle vespe, dai quali estraggono le larve dai buchi con la punta del becco o con gli artigli.
Il suo aspetto in volo è imponente, l'apertura alare può raggiungere i 135 cm. Usa spesso le correnti ascensionali di aria calda per volteggiare in termica, come fanno anche i Grifoni o le Poiane (con le quali spesso viene confuso).
Durante la migrazione pre e post-riproduttiva, migliaia di esemplari attraversano lo Stretto di Messina, dove purtroppo fino agli anni 70 e 80 erano oggetto di una caccia spietata, soprattutto in Calabria. Oggi la situazione è decisamente migliorata, ma il fenomeno del bracconaggio purtroppo persiste e centinaia di Falchi pecchiaioli cadono ancora sotto il tiro delle doppiette.
E' una specie particolarmente protetta dalla Direttiva Uccelli.
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