Quante volte gli escursionisti, che si sono cimentati nell’impegnativa scalata
del Monte Velino, si sono fermati per ristorarsi, per pernottare, o anche
soltanto per una breve pausa, nel Rifugio Sebastiani? Tante. Ma chi è il
personaggio al quale il rifugio è stato intitolato diversi decenni fa?
Ecco un breve excursus sulla breve ma intensa e appassionante storia
della vita di Vincenzo Sebastiani.
LE PRIME IMPRESE ALPINISTICHE
Vincenzo era nato a Roma il 26 ottobre 1885 da Ettore e Gaetana Manari. Fin da
bambino si appassionò a tutti gli esercizi sportivi, preferendoli a qualsiasi
altro passatempo, e mettendo fin dal principio in luce le sue doti atletiche.
Negli anni dell’Università unì, alla brillantezza e agli ottimi risultati che
conseguiva negli studi ingegneristici, un notevole impegno soprattutto sotto
il profilo sportivo e sociale. Fondò “L’unione giovanile per la moralità”,
allo “scopo di opporsi alla sfrenata licenza giovanile, combattendola con
la rivista La Vita” (1), ma principalmente con l’esempio della sua
instancabile attività nelle più disparate discipline sportive.
Fu abilissimo nuotatore della “Società Romana di nuoto”, con la quale prese
parte a diverse gare nel Tevere. Fu ciclista, socio della “Audax”, con la
quale vinse una corsa di 400 km. Fu motociclista esperto ed utilizzava le ore
libere per istruttivi o dilettevoli viaggi in moto, soprattutto verso
l’Abruzzo, regione che amava particolarmente per gli ambienti ancora selvaggi,
la natura incontaminata e, soprattutto, per le montagne.
Era infatti, la montagna, la sua più grande passione. “Egli soleva dire che
sulle alte cime dei monti i pensieri divenivano più puri, più spirituali”
(2). Consigliere del “Club Alpino Italiano”, fu anche primo delegato in Roma
del “S.U.C.A.I.” (3), associazione di studenti universitari aggregati al “C.A.I.”
. Con gli studenti del S.U.C.A.I. fu autore di mirabili scalate su alcune
delle maggiori cime della catena alpina, e in un congresso di giovani
alpinisti tridentini rischiò di finire, per la foga e la passione del suo
discorso, nelle unghie della polizia austriaca. Sempre sulle Alpi, in Val
d’Aosta, fu autore, insieme ad altri due giovani studenti, di una mirabile
impresa, riuscendo a recuperare, passando per una via mai esplorata prima, gli
oggetti e i reperti personali appartenuti ai giovani fratelli Segato,
alpinisti e figli di un generale dell’esercito, precipitati, nel corso di un
escursione, dalla cima del Monte Grivola (4).
Ma l’attività alpinistica di Vincenzo Sebastiani volgeva verso nuove mete. Nel
1906 aveva infatti ricevuto in dono gli allora quasi sconosciuti “Ski” (5).
Iniziò così, insieme ad un gruppo di amici universitari, ad esercitarsi in
questa nuova disciplina sportiva, presso i campi di neve dell’Abruzzo.
Divenuto ormai “skiatore” provetto, partecipò nel 1912 a Cappadocia
(AQ) alle gare di “Ski” indette in occasione del “Congresso delle Società
Abruzzesi”, e a Roccaraso (AQ) in quelle promosse dallo “Ski-Club”, dove vinse
varie gare di velocità e di salto. Nel 1913 fondò il “Gruppo Romano Skiatori”,
di cui fu eletto vice-presidente, e stabilì ad Ovindoli (AQ) la sede del
gruppo.
Nel frattempo, già dal 1910, Sebastiani s’era laureato in Ingegneria Civile
nella “Regia Scuola di Applicazione di Roma”. Da ingegnere, altrettanto attivo
che come sportivo, condusse diversi lavori, tra i quali: la costruzione della
conduttura d’acqua potabile di Amatrice, il risanamento igienico della città
di Leonessa, la costruzione, sempre in questa città, della centrale elettrica
che illuminò la località e i suoi dintorni. Diresse alcuni lavori anche a
Roma.
Il 5 agosto del 1914 venne assunto, con la qualifica di sottocomandante, al
Corpo dei Vigili del Fuoco di Roma (6), dove si distinse fin da subito per la
professionalità e le doti fisiche e atletiche.
IL TERREMOTO NELLA MARSICA
Il 13 gennaio 1915 una fortissima scossa di terremoto distrusse Avezzano e
molti paesi della Marsica. Il Sebastiani, quel giorno, si trovava a Leonessa,
e intuì che da Roma sarebbero state inviate delle squadre per coordinare e
partecipare ai soccorsi. Cercò fin da subito di rientrare in Roma, ma la
situazione dei trasporti, causa lo sgomento generale, fu subito molto precaria
e non riuscì a partire.
Il Sebastiani non si perdette d’animo, e anche in questo caso, per raggiungere
la stazione ferroviaria più vicina, si gettò in un’impresa ardita. Indossò le
sue scarpe da alpino, le armò degli “ski”, e giù di corsa “skiando” per
le pendici del Terminillo, fino ad arrivare nei pressi della ferrovia dove
riuscì a salire su un treno tra Cittaducale e Rieti, e raggiunse Roma.
Nel frattempo la prima squadra di Vigili romani, guidata dall’ufficiale
Giacomo Olivieri, era già partita per Avezzano, ma a causa dell’enorme
disastro già il 15 gennaio, alle ore 07.00, arrivava nella Marsica una seconda
numerosa squadra di Vigili, tra i quali c’era Vincenzo Sebastiani, che si
distinse fin da subito per l’eccezionale professionalità, ed ebbe il ruolo
principale nel salvataggio delle signore Campana Annita, Aloisi Vincenza,
Giovannina e Anna Colizza, Filomena Civitella, Giovannina De Mattei ed Elvira
Antonini.
Il Comune di Roma, il Governo del Re e la Fondazione Carnegie conferirono al
Sebastiani la medaglia d’argento per gli atti eroici e i salvataggi compiuti.
GLI ANNI DELLA GUERRA 1915-18
Nel frattempo la Grande Guerra entrò in una delle sue fasi più cruente,
coinvolgendo anche il nostro paese. Vincenzo Sebastiani, che s’era congedato
sottotenente di complemento del Genio, fu richiamato alle armi nell’aprile del
1915. Manifestò più volte la speranza d’essere assegnato ad un reparto di
“Alpini Skiatori”, ma venne aggregato, come coadiutore del comandante Dragotti,
ai Pompieri Militari della Seconda Armata. Il 14 agosto 1916 fu chiamato ad
assumere il comando del Distaccamento dei Pompieri di Gorizia Italiana.
Gorizia veniva bombardata ogni giorno, e i pompieri erano costretti ad operare
sempre in condizioni molto rischiose. Il tiro nemico si concentrava
particolarmente sugli incendi, il fumo dei quali gli serviva da facile
bersaglio. Vincenzo Sebastiani guidava le squadre dei pompieri egregiamente,
sempre in prima linea, sotto il fuoco dell’artiglieria nemica.
Il 19 agosto del 1917, mentre era intento a coordinare le squadre di soccorso
impegnate a spegnere un grave incendio sviluppatosi in un palazzo a seguito di
un bombardamento, lo scoppio di una granata provocò delle gravissime ferite a
Vincenzo Sebastiani. Il 20 agosto, dopo un giorno di sofferenze, il Sebastiani
spirò.
La commozione, per la perdita di un ufficiale amato e rispettato da tutti, fu
grande. Gli venne immediatamente conferita la medaglia d’argento al valore,
decretata dal Comando dell’Armata, con la seguente motivazione: “Restava
gravemente ferito mentre con abituale coraggio dirigeva le operazioni di
estinzione di un incendio, sul quale insisteva ancora il tiro di artiglieria
avversaria. Appena superata gravissima operazione, con esemplare serenità si
dichiarava contento di aver compiuto il proprio dovere. Gorizia, 19 agosto
1917” (7) .
Nel 1922 la sua salma verrà trasportata solennemente dal Cimitero di Cormons a
Roma. In occasione di quell’evento, il comandante dei Pompieri di Gorizia,
Riccardo Del Neri, tenne un discorso nel quale, tra l’altro, disse: “E’
stato già comunicato che il Municipio di Gorizia provvederà a murare a sue
spese nella Caserma Pompieri una lapide in memoria dell’eroico ufficiale, che
altrettanto farà il Corpo dei Pompieri di Roma e che il Club Alpino intitolerà
al Suo Nome il rifugio sul Velino”.
Il 22 ottobre 1922, alla presenza del sindaco di Ovindoli e dei delegati del “CAI”,
ebbe luogo l’inaugurazione ufficiale del Rifugio “Vincenzo Sebastiani”, sito
in località Colletto di Pezza (AQ) a 2.102 m slm, sul complesso del Monte
Velino (8).
1- G.
Olivieri, In Memoria, Vincenzo Sebastiani, estratto dal giornale
“Coraggio e Previdenza” Monitore tecnico dei pompieri, numeri 21-22,
Napoli 1917, p. 6.
2-
G. Olivieri, op. cit.,
pag. 8.
3- Stazione Universitaria del Club Alpino
Italiano.
4- Gli oggetti furono restituiti al generale
Segato, che volle donare ad ognuno dei tre giovani una medaglia d’oro in segno
tangibile del suo animo riconoscente.
5- Gli sci.
6- I vigili del fuoco della Capitale. Vedi
anche: Federazione Tecnica Italiana dei Corpi di Pompieri - Bollettino
Ufficiale, Milano 1917.
7- G.
Olivieri, op. cit., pag. 30.
8- Esiste anche un sito internet dedicato al
Rifugio “ Sebastiani”, la cui url è www.rifugiovincenzosebastiani.it
NOTE: ringrazio il sig. Franco Cerroni per il prezioso contributo alle
ricerche.
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